Monumenti e siti di interesse turistico a Cagliari e provincia.
Lo staff della Marina consiglia ai propri soci la visita ai più importanti monumenti di Cagliari e provincia, testimonianze del passato Romano e Sabaudo della città.
I lasciti Greci e Punici nell’area urbana e in provincia con l’antica città di Nora e la necropoli di Tuvixeddu danno uno spaccato della presenza in Sardegna di queste importanti culture.
Meritevoli di visita i più importanti siti naturalistici, dal Parco di Molentargius, primo sito di nidificazione in Italia dei fenicotteri rosa, al Parco dei Sette Fratelli a pochi chilometri da Cagliari, uno degli areali degli ultimi esemplari di cervo sardo in libertà.
La spiaggia del Poetto, lido urbano tra i più estesi d’Italia, e i litorali verso Villassimius e Chia con le numerose calette e spiagge offrono relax e scorci naturalistici di rara bellezza.
To Visit
DI ETÀ FENICIO-PUNICA
La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli punica ancora esistente[3]. Si estende all'interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, ed è compresa fra il rione cresciuto lungo il viale Sant'Avendrace e quello di via Is Maglias. L'area archeologica è molto vasta, originariamente essa insisteva su di una superficie di circa 80 ettari che dalla laguna di Santa Gilla si estendeva fino a Via Is Maglias e da Viale Sant'Avendrace fino a viale Merello.
Il nome tuvixeddu significa "colle dei piccoli fori", dal termine sardo tuvu per "cavità", "vuoto", "buco", dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.
DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La basilica di San Saturnino o di San Saturno (intitolata anche ai santi Cosma e Damiano) è la chiesa più antica di Cagliari, dedicata al patrono della città. Si trova nel quartiere Villanova, in piazza San Cosimo. La chiesa e l'adiacente necropoli, che si estende anche sotto la vicina chiesa di San Lucifero, è uno dei più importanti e antichi complessi paleocristiani della Sardegna.
La chiesa di San Lorenzo, intitolata anche a san Pancrazio e alla Madonna del Buon Cammino, è una chiesa medievale di Cagliari. Il piccolo tempio si trova sulla cima del colle di Buon Cammino ed è raggiungibile praticando una salita che, dal viale omonimo, conduce allo spiazzo panoramico dove prospetta la chiesa. Nella chiesa la Messa è di norma officiata la domenica mattina e il 10 agosto, in occasione della festa del titolare. Fa parte della parrocchia della Cattedrale di Cagliari.
La chiesa medievale di San Pietro dei Pescatori è un edificio religioso situato a Cagliari, nel quartiere Stampace. Il monumento si affaccia in un piccolo cortile, accessibile dal viale Trieste, confinante con la ferrovia.
La chiesa sorge in un'area utilizzata come necropoli in età paleocristiana, come attestano le lapidi con iscrizioni funerarie, databili tra il V e il VI secolo, rinvenute in zona e oggi conservate nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.
DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La chiesa di San Lorenzo, intitolata anche a san Pancrazio e alla Madonna del Buon Cammino, è una chiesa medievale di Cagliari. Il piccolo tempio si trova sulla cima del colle di Buon Cammino ed è raggiungibile praticando una salita che, dal viale omonimo, conduce allo spiazzo panoramico dove prospetta la chiesa. Nella chiesa la Messa è di norma officiata la domenica mattina e il 10 agosto, in occasione della festa del titolare. Fa parte della parrocchia della Cattedrale di Cagliari.
La chiesa, con l'originaria intitolazione a sanctum Brancasium (san Pancrazio, da cui deriva anche il nome della vicina torre), è documentata dal 1263, ma gli studiosi fanno risalire l'erezione della fabbrica, in stile romanico, al primo quarto del XII secolo. In età spagnola la chiesa ricevette l'intitolazione alla Madonna del Buen Camino, segno beneaugurale per coloro che vi entravano a pregare prima di intraprendere un viaggio, sorgendo la chiesa appena fuori le mura della città. Infine, nel XVIII secolo, si aggiunse l'intitolazione al martire san Lorenzo. Proprio al '700 risalgono gli ampliamenti e i rimaneggiamenti che hanno portato alla conformazione dell'attuale edificio.
DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La chiesa medievale di San Pietro dei Pescatori è un edificio religioso situato a Cagliari, nel quartiere Stampace. Il monumento si affaccia in un piccolo cortile, accessibile dal viale Trieste, confinante con la ferrovia.
La chiesa sorge in un'area utilizzata come necropoli in età paleocristiana, come attestano le lapidi con iscrizioni funerarie, databili tra il V e il VI secolo, rinvenute in zona e oggi conservate nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.
Il titolo Sancti Petri de Piscatori risulta tra i possedimenti dei monaci benedettini dell'abazia di San Vittore di Marsiglia dal 1089, quando la chiesa venne loro donata dal giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale. Il tempio, in stile romanico - gotico, venne edificato tra l'XI e il XIII secolo con la partecipazione di maestranze lombarde e toscane. In epoca moderna l'interno è stato oggetto di rifacimenti.
La facciata, in pietra calcarea, è a capanna, divisa in tre specchi tramite quattro lesene a fascio. Al centro si apre il portale, architravato, con arco a tutto sesto, sormontato da un finestrone ad arco ogivale. Il semplice interno è a navata unica, con copertura lignea a capriate e abside semicircolare orientata.
La chiesa è affidata al Gremio dei pescatori, associazione storicamente legata al tempio e al vicino stagno di Santa Gilla, che in giugno organizza i festeggiamenti in onore di san Pietro apostolo.
DI ETÀ PISANA
La cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia è il principale luogo di culto di Cagliari, chiesa madre dell'omonima arcidiocesi metropolitana e parrocchiale del quartiere storico Castello.
La chiesa si presenta come un connubio di diversi stili artistici e custodisce sette secoli di memorie storiche della città di Cagliari. Costruita nel corso del duecento, in stile romanico pisano, venne elevata al rango di cattedrale nel 1258. Quando Cagliari fu capitale del regno di Sardegna, al suo interno prestavano giuramento i rappresentanti dei tre stamenti (bracci del parlamento sardo). Nel corso del seicento e del settecento il tempio fu rinnovato secondo i canoni dello stile barocco. Negli anni trenta del novecento venne innalzata l'attuale facciata in stile neoromanico, ispirata al prospetto del duomo di Pisa.
DI ETÀ PISANA
La torre dell'Elefante è la seconda torre medievale più alta di Cagliari, dopo la torre di San Pancrazio.
L'edificio, uno dei monumenti più importanti della città, si trova nel quartiere Castello al fianco della chiesa di San Giuseppe ed è raggiungibile dalla via Santa Croce, dalla via Università e dal Cammino Nuovo. La visita al monumento consente di ammirare vasti panorami della città e del circondario.
La torre venne costruita nel 1307, su ordine dei consoli pisani Giovanni De Vecchi e Giovanni Cinquini, dall'architetto sardo Giovanni Capula, che due anni prima aveva edificato la gemella torre di San Pancrazio. Progettò anche una terza torre, la torre del Leone, recentemente rinominata torre dell'Aquila, ed incorporata nel palazzo Boyl poiché venne gravemente danneggiata nel 1708 dai bombardamenti inglesi, nel 1717 dai cannoni spagnoli e infine nel 1793 dall'attacco da parte dei francesi durante il quale perse la sua parte superiore.
DI ETÀ PISANA
La torre di San Pancrazio (in lingua sarda: sa turri de Santu Francau), costruita durante la dominazione pisana (1258-1326), è la torre più alta di Cagliari. L'edificio, uno dei simboli della città (tanto che le torrette nel palazzo civico di via Roma sono state ispirate proprio dalle due due torri pisane), si trova nel punto più alto di Castello, a fianco del palazzo delle Seziate, ed è raggiungibile dalla via Indipendenza, dal viale Buoncammino tramite la Porta Cristina, e da via Ubaldo Badas tramite la porta di San Pancrazio. La visita al monumento consente di ammirare vasti panorami della città e del circondario.
La torre venne costruita nel 1305, sotto richiesta da parte dei Pisani, dall'architetto sardo Giovanni Capula, che progettò anche la torre dell'Elefante, edificata due anni dopo. Capula progettò anche una terza torre, la torre del Leone, da poco rinominata torre dell'Aquila, ed incorporata nel palazzo Boyl poiché venne in parte distrutta nel 1708 dai bombardamenti inglesi, nel 1717 dalle cannonate spagnole e infine nel 1793 dall'attacco da parte dei francesi durante il quale perse la sua parte superiore.
DI ETÀ PISANA
La torre dell'Aquila o più correttamente torre del Leone è una delle torri edificate dai pisani durante il XIV secolo nell'allora rocca di Castel di Castro, oggi quartiere Castello di Cagliari.
a torre dell'Aquila (originariamente torre del Leone) venne progettata dall'architetto sardo-pisano Giovanni Capula, già autore dei progetti della torre dell'Elefante e di San Pancrazio, e venne costruita intorno ai primi del Trecento quando, a seguito dell'infeudazione del Regno di Sardegna agli aragonesi nel 1297, i pisani, temendo l'attacco iberico (che avvenne nel 1324) , diedero inizio ai lavori per il potenziamento delle fortificazioni di Cagliari. Il nome è dovuto ad una scultura di rapace scolpita nella grande porta situata nella parte bassa della torre che permetteva l'ingresso in Castello.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il santuario di Nostra Signora di Bonaria è un complesso religioso della città di Cagliari situato in piazza Bonaria, in cima al colle omonimo.
Santuario mariano più importante della Sardegna per la Chiesa cattolica, è costituito da una chiesa piccola (il vero e proprio "santuario", di origini trecentesche) a cui si affianca un tempio più grande, elevato alla dignità di basilica minore da Pio XI nel 1926.Il santuario della Vergine di Bonaria è officiato dai padri mercedari, che abitano l'adiacente convento, ed è sede parrocchiale del quartiere di Bonaria.
Il santuario, primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna, sorge sul colle di Bonaria, nel luogo (allora detto di Bonaire, cioè "buona aria") in cui il re Alfonso d'Aragona, nel 1324, aveva fatto costruire un castello fortificato per conquistare il Castello di Cagliari, roccaforte dei Pisani.
Nel 1335 il re donò la chiesa ai frati dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, che vi costruirono un convento, che ancora abitano.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il palazzo Regio, detto anche Viceregio, è uno storico edificio di Cagliari, antica residenza del rappresentante del re durante le dominazioni aragonese, spagnola e sabauda e attualmente sede della Prefettura e della Città metropolitana di Cagliari. Si trova in piazza Palazzo, nel quartiere Castello.
Il palazzo ha origini trecentesche e divenne sede del viceré dal 1337, per volere di Pietro IV d'Aragona. Nel corso dei secoli l'edificio subi diverse modifiche e ampliamenti. Particolarmente significativi furono i restauri settecenteschi; nel 1730, ad opera degli ingegneri piemontesi de Guibert e de Vincenti fu realizzato lo scalone d'onore che conduce al piano nobile, le cui sale furono restaurate nel 1735 dal della Vallea. La facciata ovest, col portale principale in asse con lo scalone, venne sistemata entro il 1769, come si evince dall'iscrizione posta sulla lunetta della porta finestra che si apre sul balcone centrale.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
L'antico o ex Palazzo di Città è uno storico edificio di Cagliari, sede municipale della città dal medioevo fino ai primi anni del XX secolo. Si trova in piazza Palazzo, nel quartiere Castello. Il palazzo ospita la mostra, in esposizione permanente, del Fondo Etnografico Manconi Passino, del Fondo Ceramico della Collezione Ingrao e del Fondo d'Arte Sacra della Collezione Ingrao; è inoltre sede di rappresentanza del sindaco di Cagliari.
Le origini del palazzo risalgono al XIV secolo; nel 1331 infatti le autorità aragonesi concessero l'area dove sorgeva la lotgiam regalem (eretta forse durante la dominazione pisana) ai consiglieri della città, affinché vi edificassero un palazzo per tenervi le loro sedute. L'aspetto attuale dell'ex municipio si deve però alle ristrutturazioni settecentesche, che lo trasformarono secondo il gusto del barocchetto piemontese.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
La chiesa del Santo Sepolcro è un luogo di culto cattolico di Cagliari; si trova nell'omonima piazza, nel quartiere Marina, vicino alla chiesa di Sant'Antonio e all'annesso complesso dell'ex ospedale.
La fondazione del tempio, secondo il Triumpho de los Santos del Reyno de Cerdeña (1635) di Dionigi Bonfant, sarebbe da attribuire ai Cavalieri Templari, che l'avrebbero edificata come cappella del loro monastero. Tale notizia, riportata anche da Giovanni Spano, non è però considerata attendibile dagli studiosi moderni.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il complesso monumentale di San Michele è composto dalla chiesa monumentale barocca e dall'ex residenza, un tempo noviziato gesuitico nella città di Cagliari; tra la via Azuni e la via Ospedale, ed è officiata dai padri gesuiti. L'edificio sacro, per le sue linee architettoniche, per l'apparato decorativo e per le opere scultoree e pittoriche che custodisce, rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in Sardegna. Annesso alla chiesa sorgeva l'ex Casa del noviziato dei gesuiti, dal 1848 Ospedale Militare, oggi Dipartimento Militare di Medicina Legale.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Santa Rosalia è una chiesa del centro storico di Cagliari, situata in via Torino, nel quartiere Marina. Il tempio, noto soprattutto per custodire la tomba di san Salvatore da Horta, è officiato dai Frati Minori che risiedono nell'adiacente convento.
Nel sito dell'attuale chiesa esisteva nel XV secolo un oratorio dedicato a santa Rosalia. Nel 1695, quando venne ceduto alla congregazione dei Siciliani, l'edificio fu ampliato. Nel 1740 la chiesa venne concessa ai Minori Osservanti, privi di sede dal 1718, anno della demolizione del convento di Santa Maria di Gesù (ubicato dove oggi si trova l'ex Manifattura tabacchi, nel viale Regina Margherita).
In vista dell'arrivo dei frati, la chiesa di Santa Rosalia, affiancata da un convento, fu sottoposta a nuovi lavori ad opera dell'architetto militare Augusto della Vallea, che trasformò il tempio in stile barocchetto piemontese. Nel 1758 la chiesa accolse le spoglie del beato Salvatore da Horta, qui traslate dalla chiesa di San Mauro.
DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Santa Restituta è un luogo di culto cattolico della città di Cagliari.
Si trova nel quartiere Stampace, salendo lungo la stretta via Sant'Efisio, che costeggia il fianco sinistro della parrocchiale di Sant'Anna.
La chiesa venne costruita nel XVII secolo grazie al lascito del protomedico del Regno di Sardegna, Salvatore Mostallino (morto nel 1636), su un vasto ambiente ipogeico, che oggi ne costituisce la cripta, visitabile; questo ambiente, utilizzato dai punici e dai romani, fu dai primi secoli del cristianesimo una chiesa rupestre. La tradizione popolare identifica nella cripta il luogo di prigionia e martirio di santa Restituta, madre di sant'Eusebio, vescovo di Vercelli.
L'edificazione della nuova chiesa rientrava nel clima di fermento religioso di quell'epoca in Sardegna: nel Seicento era viva la disputa tra gli arcivescovi di Cagliari e di Sassari, che si contendevano il titolo di primate di Sardegna e Corsica.
DI ETÀ SABAUDA
La chiesa di Sant'Efisio è un edificio religioso della città di Cagliari, fra le più importanti dal punto di vista religioso perché legata al culto del santo più venerato dai cagliaritani, il martire Efisio.
Si trova salendo lungo la stretta via Sant'Efisio, che costeggia il fianco sinistro della parrocchiale di Sant'Anna, nel cuore del quartiere Stampace, poco oltre la chiesa di Santa Restituta.
La chiesa di sant'Efisio, come quella poco lontana di santa Restituta, sorge su un ambiente ipogeico che la devozione popolare vorrebbe fosse il carcere dove fu imprigionato il santo, prima di essere tradotto presso la città di Nora (presso l'odierna Pula), per esservi decapitato.
DI ETÀ SABAUDA
La sua costruzione cominciò alla fine del XVIII secolo in stile barocco, per sostituire una precedente chiesa, di modeste dimensioni, risalente al XIII secolo. Gravemente danneggiata nel 1943 durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti, venne ricostruita nel dopoguerra.
La chiesa è legata a un noto modo di dire cagliaritano, Sa fabbrica de Sant'Anna ("La costruzione di Sant'Anna"), utilizzato sarcasticamente per etichettare un qualcosa di interminabile, paragonandolo alla lunghissima e travagliata vicenda costruttiva della parrocchiale di Stampace.
DI ETÀ ITALIANA
Il primo tentativo di creazione di un orto botanico a Cagliari risale all'impianto realizzato tra il 1752 ed il 1769 in un quartiere ad est del capoluogo sardo, Su Campu de Su Rei (in italiano il "campo del Re") nell'attuale quartiere Villanova, in un luogo che successivamente aveva mantenuto a lungo la denominazione di “Sa Butanica” (la botanica).
Nel 1820 nella valle di Palabanda, tra l'anfiteatro romano e la villa di Tigellio, fu individuato il terreno dove oggi sorge l'attuale orto botanico; questo fu realizzato, su progetto del prof. Giovanni Meloni Baylle, che si interessò anche dell'acquisto dei terreni idonei, con l'aiuto del ministro Giovanni Lanza.
I lavori di sterro e di allestimento dell'area, che era abbandonata ed adibita a discarica, iniziarono nel 1864, e durarono circa due anni. Fu inaugurato infatti il 15 novembre 1866 dal noto botanico Patrizio Gennari. Attorno al 1874 l'Orto poteva già mettere in commercio 193 piante diverse.
DI ETÀ ITALIANA
La realizzazione del monumento venne decisa dagli Stamenti nel 1827 allo scopo di onorare il sovrano, che aveva voluto i lavori di realizzazione della Strada Reale per collegare Cagliari a Porto Torres (l'attuale SS 131, chiamata anche la "Carlo Felice"). L'opera venne commissionata allo scultore sassarese Andrea Galassi, che realizzò a Roma la statua in gesso raffigurante Carlo Felice, la quale servì da modello per la statua bronzea, fusa nel Regio Arsenale di Cagliari sotto la supervisione dello stesso Galassi. L'opera, eseguita nel 1830, venne collocata nella piazza San Carlo (attuale piazza Yenne) solo nel 1860, completata dal basamento progettato da Gaetano Cima.
DI ETÀ ITALIANA
Sino alla fine del XIX secolo la sede comunale di Cagliari si trovava in Castello, nell'edificio oggi chiamato ex Palazzo di Città, in piazza Palazzo. Una riunione del consiglio comunale presieduto dal sindaco Ottone Bacaredda, in data 14 dicembre 1896, decretò il trasferimento del comune dall'antica alla nuova sede, ancora da costruirsi sulla via Roma, nell'area antistante il porto. Una volta scelto il progetto dopo un concorso nazionale, si procedette alla posa della prima pietra, il 14 aprile 1899 alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia. Il palazzo venne inaugurato nel 1907. L'edificio non venne risparmiato dai bombardamenti del 1943, in seguito ai quali riportò gravi danni. Le opere di ricostruzione durarono dal 1946 al 1953.
Il sistema degli stagni di Molentargius e Quartu è compreso all'interno dell'area metropolitana dell'hinterland di Cagliari, immediatamente adiacente agli insediamenti urbani. È delimitato a nord dalla città di Quartu Sant'Elena e dagli insediamenti commerciali e industriali che formano la cintura di collegamento fra Cagliari e l'hinterland, a ovest e a sud da alcuni quartieri di Cagliari (San Benedetto, Genneruxi, La Palma, Quartiere del Sole, Poetto), a sud-est dalla striscia costiera del Poetto, a est dal Margine Rosso, quartiere periferico di Quartu Sant'Elena.
Si raggiunge facilmente da tutte le direzioni attraverso la rete di strade a scorrimento veloce che innerva l'area metropolitana. Le migliori viste panoramiche si hanno dal Viale Europa sul colle di Monte Urpinu,dalla Sella del Diavolo, dal lungomare del Poetto e dal Viale Colombo di Quartu.
Il Poetto (Poetu o Puetu in sardo) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa quattro chilometri, dalla Sella del Diavolo sino all'inizio litorale di Quartu Sant'Elena dove prende il nome di Cracangiola. La spiaggia nella sua estensione, che va da Marina Piccola a Margine Rosso, si sviluppa per circa sette chilometri e mezzo a cavallo fra il territorio di Cagliari e di Quartu Sant'Elena.
Il nome della spiaggia si pensa derivi da una torre aragonesedenominata "del Poeta", che si può osservare ancora oggi sopra la Sella del Diavolo. Un'altra ipotesi è che derivi dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai numerosi pozzi e cisterne per la conservazione dell'acqua piovana sparsi sulla Sella del Diavolo. Inoltre, verosimilmente, il termine potrebbe derivare dallo spagnolo puerto (“porto") a indicare l'approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo. La località sarebbe stata chiamata dai cagliaritani pue(r)to o pue(r)tu, così come viene detta tuttora. Finita la dominazione spagnola, i piemontesi italianizzarono molti termini derivati dallo spagnolo e "puettu" diventò Poetto nella lingua del regno.
Prima del 1900 il Poetto era completamente nel comprensorio della città di Quartu Sant'Elena e non era particolarmente frequentato dai cagliaritani che preferivano il tratto occidentale del golfo, con le località di Sa Perdixedda e Giorgino. Fu nei primi decenni del ventesimo secolo che la popolazione incominciò ad apprezzare le bianche dune del Poetto e cominciarono a sorgere i primi stabilimenti balneari (il "Lido" e il "D'Aquila"), i chioschetti per i rinfreschi e durante il ventennio fascista una colonia estiva ubicata in una costruzione a tre piani sulla spiaggia (questa verrà poi trasformata in ospedale dopo la guerra e in seguito abbandonata). Imitando le prime cabine del Lido sorsero anche i casotti, colorate costruzioni in legno a metà strada tra lo spogliatoio e la minuscola casa in riva al mare, che vennero rimossi interamente nel marzo 1986 per motivi di natura igienico-sanitaria.
Calamosca è una spiaggia del comune di Cagliari, situata a circa 4 km di distanza dal centro cittadino. La spiaggia è collocata nel mezzo di una piccola insenatura delimitata da una scogliera a ovest e dal colle di Sant'Elia a est. Nelle vicinanze sorge l'omonima torre di Calamosca, edificata dagli spagnoli nel XVII secolo come parte del sistema difensivo anti-barbaresco del golfo di Cagliari.
Il parco regionale dei Sette Fratelli - Monte Genis, su cungiau regionali de Is Setti Fradis - Monti Genis in sardo, con i suoi 58,846 ettari di estensione, è tra i più estesi parchi della Sardegna.
Il parco si estende a sud-est della provincia di Cagliari e interessa nove comuni. Occupa parte del Sarrabus e del Campidano di Cagliari. È una zona poco abitata; l'unico centro abitato di tutto il parco è Burcei, che risulta completamente circondato dal parco. La strada principale che attraversa il parco è la SS 125.
Quasi tutti i monti del parco non raggiungono i 1000 metri d'altezza. Le uniche montagne che superano questa quota sono il monte Serpeddì, un monte aguzzo che domina il basso Campidano e il golfo degli Angeli, che tocca i 1069 metri d'altezza, e punta Sa Ceraxa uno dei Sette Fratelli, che raggiunge i 1016 metri.
Nel parco scorrono diversi ruscelli che poi danno vita ad alcuni corsi d'acqua di media importanza con una portata maggiore, come per esempio il rio Su Pau che sfocia nel territorio di Quartu Sant'Elena in località Flumini.
Le montagne sono ricoperte per la maggior parte da macchia mediterranea, composta da leccio, sughera, corbezzolo, viburno.
Queste montagne sono l'habitat naturale del cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), sottospecie del cervo europeo. Al censimento dell'Ente foreste della Sardegna del 2007 sono risultati circa 2145 esemplari. Altri mammiferi presenti sono il gatto selvatico, la martora, il cinghiale, il daino. Il muflone, reintrodotto nel 1987 sul Monte Genis, sta aumentando di numero.
Chia o Baia di Chia è una località costiera della Sardegna meridionale, frazione del comune di Domus de Maria, nella provincia del Sud Sardegna. Ubicata sul lato occidentale del golfo degli Angeli, è una rinomata località balneare della costa meridionale della Sardegna.
Il piccolo insediamento di Bithia rappresenta uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna meridionale. Probabile insediamento nuragico, a partire dal secolo VIII a.C. divenne dapprima una città fenicia, poi punica e, infine, romana e rappresentava lo scalo marittimo intermedio nella rotta di circumnavigazione che collegava le città di Nora e Karalis a quella di Sulki. Come le altre città costiere meridionali dell'età antica (con l'eccezione di Karalis) vide il suo progressivo declino a partire dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente.
Dell'antica Bithia restano oggi i resti portati alla luce dagli scavi che testimoniano l'esistenza di due templi e un tofet, oltre alle abitazioni. La parte principale dell'insediamento è ubicato nell'isolotto di Su Cardulinu, altri resti sono ubicati nel promontorio di Chia.
Nel 1639 fu eretta nel promontorio la torre di Chia. La costruzione faceva parte della rete difensiva composta dalle torri costiere, allestita fra i secoli XVI e XVII dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari barbareschi. La torre di Chia era dotata di due cannoni.